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La resilienza delle piante è un tema di grande attualità. E non senza motivo: la disponibilità di prodotti per la protezione delle colture sta diminuendo, mentre acquirenti e consumatori si aspettano sempre di più prodotti coltivati in modo sostenibile. Molti fattori contribuiscono a piante più forti, tra cui la fertilizzazione. Secondo il tecnico specializzato Dick Breugem di Van Iperen, ci sono molti fattori su cui agire a riguardo. Ridurre l'applicazione di azoto e utilizzare microelementi e biostimolanti offre prospettive promettenti.
Sempre più coltivatori stanno lavorando attivamente per migliorare la resilienza delle colture, osserva Breugem. "In parte perché le opzioni alternative stanno diventando sempre più rare, e in parte perché vogliono adottare metodi di coltivazione più ecologici. Inoltre, stanno emergendo nuove possibilità in questo settore", spiega lo specialista di Van Iperen. "In breve, la resilienza delle piante è un tema che risuona con coltivatori, produttori e fornitori."
Breugem sottolinea che il termine "resilienza delle piante" è molto ampio e che ci sono diversi modi per rafforzare le colture. "Fattori come la scelta delle varietà, il substrato di crescita e la qualità dell'acqua sono tutti importanti. Ma la fertilizzazione è anche un fattore chiave. Eccessive quantità di alcuni elementi possono ostacolare l'assorbimento di altri. Ad esempio, un eccesso di fosfato può ridurre l'assorbimento di ferro, il che influisce direttamente sulla qualità della pianta."
Come possono i coltivatori migliorare la resilienza delle piante attraverso la fertilizzazione? Secondo Breugem, ci sono diverse opzioni. Una di queste è ridurre l'applicazione di azoto. "Più azoto si applica, più acqua la pianta assorbe. Questo fa sì che le pareti cellulari si allunghino e diventino più sottili, rendendo la pianta più vulnerabile agli insetti succhiatori. Riducendo i livelli di azoto, la pianta diventa meno attraente per questi parassiti."
Questo approccio è già testato in diverse coltivazioni di piante in vaso. Tuttavia, Breugem avverte di non esagerare. "Troppo poco azoto influisce negativamente sulla crescita delle piante, portando a problemi e perdite di resa. La chiave è trovare l'equilibrio ottimale, che varia a seconda della coltura. L'obiettivo è migliorare la resilienza senza sacrificare la resa e la qualità: questo equilibrio è cruciale."
I microelementi contribuiscono anche a rendere le colture più resilienti. Elementi come il ferro, il manganese, lo zinco, il boro, il rame e il molibdeno supportano i processi vitali delle piante, rendendole più forti. "Per questo motivo, sempre più coltivatori stanno aumentando l'uso di microelementi", spiega Breugem.
Anche il silicio viene sempre più utilizzato per migliorare la resilienza delle piante. Questo nutriente migliora l'assorbimento di calcio e boro, che rafforzano le pareti cellulari e aiutano a respingere gli insetti succhiatori. Inoltre, questi elementi contribuiscono a una migliore colorazione delle colture.
La ricerca di colture più resilienti ha portato anche a un crescente interesse per i biostimolanti. Tuttavia, per massimizzare la loro efficacia, è fondamentale considerare il substrato di crescita, osserva Breugem. "Vediamo che sempre più coltivatori di serre si stanno orientando verso substrati organici, dove i biostimolanti possono svilupparsi meglio rispetto, ad esempio, alla lana di roccia."
Il substrato determina quali biostimolanti possono essere utilizzati in modo efficace. Esistono diverse categorie di biostimolanti, spiega Breugem. Alcuni aiutano a popolari il microbioma della pianta, formando una barriera protettiva attorno alle radici. "Questi biostimolanti competono per lo spazio con gli organismi dannosi. Nella pratica, vediamo che il loro utilizzo ha un impatto positivo, ma non è sempre sufficiente per mantenere sana tutta una coltura. In altre parole, non sono una panacea. Rafforzano la pianta, ma questo non significa che non si ammali mai."
Inoltre, alcuni biostimolanti aiutano le colture a superare fasi critiche di crescita. "Ad esempio, alcuni estratti a base di alghe contengono ormoni naturali e composti che riducono lo stress della pianta e stimolano lo sviluppo delle radici."
In sintesi, la fertilizzazione offre diverse modalità per migliorare la resilienza delle piante. Tuttavia, Breugem sottolinea: "Non è una soluzione miracolosa, ma solo un pezzo di un puzzle più grande. Altri aspetti richiedono attenzione per ottenere una coltura veramente resiliente."
Su Van Iperen e ErfGoedVan Iperen ed ErfGoed collaborano frequentemente e osservano un numero crescente di domande legate al miglioramento della resilienza delle piante. Van Iperen offre consulenze regolari sull'uso e l'applicazione di fertilizzanti e biostimolanti. Anche ErfGoed è in continuo dialogo con i coltivatori sulle tecniche corrette di applicazione e dosaggio dei fertilizzanti. I pavimenti di coltivazione di ErfGoed, con la loro azione capillare, assicurano un'assunzione controllata dell'acqua, che supporta l'uso efficace dei biostimolanti. In combinazione con il sistema di irrigazione ErfGoed, i coltivatori possono applicare i fertilizzanti con maggiore precisione e utilizzare l'acqua in modo più efficiente. |